Cannabis autofiorente: 5 consigli per gestire al meglio il terriccio
di Redazione
29/07/2022
Meglio un terriccio leggero o pesante?
I suggerimenti da seguire quando si parla di cannabis autofiorente sono molto chiari: l’optimum prevede il fatto di focalizzarsi su un terriccio leggero. Le cose vanno ancora meglio se si opta per un terreno di coltura parecchio aerato.Terriccio pronto all’uso: sì o no?
Sono numerose le domande che gli utenti in procinto di acquistare per la prima volta il terriccio per cannabis si pongono. Tra questi interrogativi rientra la possibilità di focalizzarsi o meno sulle soluzioni pronte all’uso in caso di cannabis autofiorente. Gli esperti consigliano di evitare. Come mai? Per un motivo molto semplice: i semi ai quali stiamo dedicando queste righe necessitano di una quantità ridotta di nutrienti. Acquistando le confezioni di terriccio pronto all’uso, il rischio è quello di abbondare, il che non fa bene alle piante (ciò vale soprattutto se è presente l’azoto).Aggiungere il guano di pipistrello? Meglio di no!
Quando si ha a che fare con le piante di cannabis fotoperiodiche, capita spesso di sentirsi consigliare il ricorso al guano di pipistrello come concime. Nel caso delle autofiorenti, è meglio evitare. Come già detto, parliamo di una tipologia di pianta che non ama particolarmente i terreni ricchi di sostanze nutritive. Nel caso del guano di pipistrello, abbiamo a che fare con il sopra citato azoto che, ribadiamo, non è il massimo per i semi a cui è dedicato questo articolo.Come arricchire nel modo giusto il terriccio per le autofiorenti
Attenzione: il terriccio per la cannabis autofiorente non deve essere lasciato a se stesso. Esistono diverse strategie da seguire per arricchirlo senza provocare danni alle piante. Nell’elenco rientra l’aggiunta di perlite. Questo materiale naturale, commercializzato sotto forma di palline di piccole dimensioni e di colore bianco, si contraddistingue per diverse proprietà interessanti. Tra queste troviamo la capacità di assorbire al meglio l’acqua. Quest’ultima, viene successivamente rilasciata nel terreno assieme a diverse sostanze nutritive. Inoltre, è in grado di ottimizzare il drenaggio del terriccio di coltivazione. Quest’ultimo risulta perfettamente ossigenato e aerato. Ricordiamo infine che, per applicare al meglio la perlite, è necessario tenere conto di una quantità pari al 10/15% del volume del terriccio (si tratta però di una stima di massima, in quanto i dettagli possono variare sulla base del livello di porosità che si ha intenzione di ottenere).Cosa fare se il clima è particolarmente caldo
Se si coltiva cannabis autofiorente all’aperto in periodi particolarmente caldi, per evitare che si danneggiano le radici è consigliabile ricorrere ai polimeri idrofili. Grazie ad essi, è possibile ridurre notevolmente il numero delle irrigazioni. A chi coltiva cannabis autofiorente si raccomanda anche l’utilizzo dei cristalli che si trovano all’interno dei pannolini.Articolo Precedente
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