Il bambino piccolo non sa parlare, quindi se sente un disagio, ha fame, sete, caldo, freddo, male, ha bisogno di essere cambiato e così via, cosa potrà fare se non piangere? I genitori spesso vanno nel panico perché non sanno come fare e allora?

Il pianto del bambino neonato

La natura è una gran cosa: sia che tu riferisca ad un essere onnipotente l’impostazione delle regole della natura o che tu sia un materialista che ha opinioni diverse da quelle religiose, il fatto concreto è che la natura ha previsto tutto.

Il cervello del bambino è un libro bianco che deve essere riempito in maniera graduale, un sistema meraviglioso che con i giusti tempi ha la capacità di apprendere una quantità semplicemente incredibile di cose, linguaggio compreso.

Non si è mai visto un bambino nascere con la capacità di parlare, quindi se un bambino ha il bisogno di qualcosa come può esprimerlo se non piangendo? E per fortuna che è così, dal momento che in caso contrario il bambino potrebbe subire danni se non esprimesse con il pianto il bisogno di essere riparato dal freddo o di bere e così via.

Come capire il pianto del bambino

Il bambino appena nato può soltanto piangere per esprimersi mentre con il passare del tempo la mimica facciale comincia a svilupparsi, per cui sarà un po’ meno difficile capire il motivo del pianto, discriminando, con l’esperienza, se il bambino ha male oppure no, ad esempio.

I bambini piccoli, nei loro primi mesi di vita, spesso soffrono di coliche addominali. Quando un bambino ha questo dolore, lo esprime con un pianto a insorgenza improvvisa e che non si riesce a calmare.

Puoi capire che molto probabilmente il pianto ha questa motivazione notando che tende a rannicchiare le gambine verso la pancia: è un atto automatico perché in questo modo si rilassano i muscoli addominali e il dolore diminuisce.

Come capire se ha fame o sete

Raramente il bambino piange per la sete: la sua alimentazione, almeno prima dello svezzamento, consiste in latte che gli fornisce nutrimento ma anche liquidi. La fame, invece, si fa sentire e il bambino piange.

Per capire se il bambino ha fame e sta piangendo per quello, basta avvicinare la nocca di un dito alla sua bocca: se ha fame o sete tenderà a succhiarla smettendo un attimo di piangere per riprendere subito quando si accorge che è un inganno.

Altri motivi del pianto

Avere il sederino bagnato o sporco, magari anche arrossato, non fa affatto piacere al bambino che cercherà di farti capire questo disagio piangendo. Non hai altro da fare che verificare la situazione e provvedere al cambio o a mettergli una pomata lenitiva in caso di arrossamento.

Tante volte il bambino non ha nulla che non vada, né fame né altro: ha soltanto voglia di essere coccolato, rassicurato, di sentire vicina la mamma o il papà. Questo bisogno non va negato proprio perché è un bisogno.

Le differenze culturali

Diverse culture fanno reagire in modi diversi al pianto del bambino. Nel secolo scorso era in auge in occidente l’idea che il bambino, soddisfatti i bisogni fondamentali, essere scaldato, sfamato dissetato, pulito, se ancora piangeva doveva essere lasciato piangere.

Molto diverso nella cultura africana, ad esempio, dove esiste tutt’oggi la convinzione che il pianto dei bambini attrae spiriti malevoli che arrivano a prenderne l’anima.

Per questo motivo le mamme africane tengono sempre con se il bambino, anche fino all’80% del loro tempo e se il bambino piange intervengono in pochi secondi a cercare di calmarlo. 

Queste mamme, quindi fanno in modo che i loro bambini piangano il meno possibile non tanto per un eccesso di zelo o di sensibilità ma per il terrore degli spiriti cattivi e questo non è una bella cosa.

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